di Roberto Alessandrini

La mostra ripercorre la storia della dinastia dei Severi, importante famiglia imperiale che detenne il potere tra il 193 e il 235 con Settimio Severo, Caracalla, Elagabalo ed Alessandro Severo. Questo periodo ha comportato un cambiamento epocale nella storia di Roma sia per le riforme attuate da Settimio Severo nei vari campi, sia per la Constitutio Antoniniana emanata da Caracalla, che concesse nel 212 la cittadinanza romana a tutti i sudditi liberi dell’Impero, portando così a compimento il processo di universalismo implicito nell’istituzione imperiale iniziata da Augusto.

La parte più interessante è stata sicuramente la visita dei luoghi severiani sul e attorno il Palatino, il colle di cui la nostra Associazione porta il nome, dimora degli imperatori ed anche vera oasi naturalistica, oltre che archeologica, al centro di Roma. Abbiamo visitato le cosiddette Terme di Elagabalo, la Vigna Barberini con le fondamenta del Tempio del Sole, la Domus Severiana, lo Stadio e la Sala dei Capitelli, le grandi Arcate Severiane, il Pedagogium (scuola per i valletti imperiali) e, dopo una gradevole sosta all’ombra per consumare un frugale pasto e riposarci un po’, abbiamo ripreso il cammino per vedere l’Arco di Settimio Severo, con raffigurate nei pannelli le imprese partiche, il Tempio di Vesta, il Tempio di Romolo contenente gli ultimi ritrovamenti severiani, il Vicus ad Carinas, da cui si intravedono sia una parte della pavimentazione del Foro della Pace di Vespasiano che la parete su cui era appesa la Forma Urbis, vera mappa catastale della città di Roma.

Al termine della visita i calorosi e convinti applausi al Presidente Onorario, vero specialista della materia. Molti Soci hanno affermato di essere diventati più consapevoli della storia di Roma, non più solo quella di Augusto e di Traiano, ma anche quella di Settimio Severo e della sua dinastia: ovunque ci si volti, anche al di fuori del Palatino e del Foro Romano, colpisce l’immensità degli interventi di questo imperatore, premiato dal Senato con il titolo di Restitutor Urbis, ricostruttore della città! In quel periodo Roma era ancora unita, grande, e forte e, nell’aspetto, forse la più bella di tutte le epoche…! Nasce così, spontaneamente, un senso di gratitudine nei confronti di Settimio Severo: senza di lui non ci sarebbe la Roma che noi oggi vediamo…