VISITA AUTONOMA ALLA CASINA DELLE CIVETTE
di Luisa Chiumenti
Riaperti i Parchi, ma ancora preferibilmente per visite e percorsi individuali, la visita effettuata autonomamente ha percorso i viali di Villa Torlonia, in via Nomentana 70, e in particolare, interessato la Casina delle Civette con la descrizione/guida di Luisa Chiumenti.
Aperto al pubblico nel 1997, il Museo della “Casina delle Civette”, sito dentro a Villa Torlonia, mostra un edificio che, costruito nel 1840 dall’architetto paesaggista veneto, Giuseppe Jappelli, che lo aveva progettato in forma di “capanna svizzera” nell’aspetto attuale evidenzia tre interventi successivi, del 1910, 1917 e il 1920 voluti da Giovanni Torlonia jr. nipote di Alessandro, che lo aveva commissionato inizialmente. E fu appunto Giovanni che volle trasformare l’edifico in un villino residenziale.
Partiamo dalla osservazione, immediata, ancora dall’esterno, della profusione di elementi vegetali, che ne caratterizzano la decorazione, affascinanti oltre che per il disegno raffinatissimo, anche sotto il profilo botanico-erboristico.
La Casina con le sue vetrate, i suoi esuberanti elementi decorativi ed i suoi materiali museali documenta l’importanza e la raffinatezza raggiunta dalle arti applicate nella Roma dei primi decenni del Novecento.
Gli elementi floreali, che dominano nell’interno, nell’esterno sono affidati alla vegetazione. Solo alcuni particolari architettonici, come ad esempio le stesse inferriate li inseriscono direttamente nel contesto, come ad esempio una finestra ad arco ed una lunetta di porta archivoltata, entrambe nel piano terreno, che risultano realizzate da sottili rami sui quali si attorcono foglie di edera.
Lo stile a cui sono riferibili quasi tutti i manufatti della Casina è, ricollegabile al Liberty o Floreale, che nella linea fitomorfa trovò la sua massima fonte di ispirazione. Pertanto la presenza di fiori e piante è, oltre che nel giardino, anche, all’interno, su pavimenti, decorazioni in stucco dei soffitti, lampadari, mobili, decorazioni parietali, materiali museali e, soprattutto, nelle splendide vetrate.
La Casina si presenta come una costruzione estremamente articolata che manifesta le varie fasi di ampliamento. L’elemento fantastico è dominante, così da offrire la sensazione di trovarsi di fronte ad una vera e propria, “casa di fate”.
L’originaria “forma a L” della Capanna Svizzera si intravede appena, individuabile dal muro a mattoni e pietre. I due successivi ampliamenti presentano il prospetto murario parte ad intonaco parte a mattoni regolari. I piani si alternano e si sovrappongono per la presenza di vari bow-windows, torrette, pinnacoli e balconi. I tetti sono di varia foggia e di vario materiale: in lastre di pietra, in ceramiche policrome a forma di squame, in coperture in rame. I materiali, oltre ai citati, sono anche il travertino, il marmo, il peperino, il legno di scale esterne e balconi. Le ceramiche, oltre che in alcuni tetti, sono anche in una lunetta a rilievo con civette. Gli elementi decorativi vanno dalle lumache alle civette che ornano i capitelli.