VISITA ALLA GALLERIA BORGHESE
di Roberto Alessandrini
Bellissima visita organizzata nella prima domenica del mese e con l’orario migliore possibile, totalmente gratuita per Soci e Amici, a cui il Club ha anche offerto i diritti di prenotazione. L’unico problema poteva essere rappresentato dal fatto che non potevano bastare due sole ore per vedere tutte le opere e soffermarsi su tanti capolavori universali, ma anche qui la fortuna, elemento essenziale in ogni circostanza, ci è venuta in soccorso, in quanto il personale, inaspettatamente, è stato molto comprensivo e non ci ha messo alcuna fretta per completare la visita, che ha incluso anche il giardino segreto con la mostra di scultura allestita al suo interno. L’appuntamento è stato anticipato rispetto all’orario d’ingresso, sia per permettere la distribuzione dei biglietti che per dare una propedeutica introduzione alla visita, che doveva svolgersi in maniera individuale.
La Galleria Borghese è uno dei più importanti musei al mondo per la grande concentrazione di capolavori indiscussi di scultura e di pittura, voluta dal Cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, proprio come contenitore della sua prestigiosa collezione d’arte. Il progetto e i lavori furono affidati, nel 1607, all’architetto di famiglia Flaminio Ponzio e, alla sua morte, a Giovanni Vasanzio; lo stile architettonico trae ispirazione dalle ville Medici e Farnesina di Roma, aventi un portico aprentesi sui giardini. Nel 1770 Marcantonio IV Borghese ne fece rinnovare splendidamente l’interno con stucchi, affreschi e decorazioni in marmi policromi. Nel 1902 lo Stato Italiano la acquistò, insieme a tutte le opere d’arte ivi incluse e alla villa, e la destinò a museo; dopo lunghi lavori di restauro (1983-1997), il Palazzo fu ripristinato nel suo aspetto originario e riaperto al pubblico,.
La collezione di sculture comprende numerosi e splendidi lavori di G. L. Bernini, tra cui l’“Apollo e Dafne”, il “David”, il “Ratto di Proserpina”, oltre ai tanti altri, e la “Paolina Borghese come Venere vincitrice” di Antonio Canova, mentre tra i dipinti si possono ammirare la “Madonna dei Palafrenieri”, “Il Bacchino malato”, il “Ragazzo con canestro di frutta”, il “San Girolamo”, il “San Giovannino” e il “David con la testa di Golia” del Caravaggio, la “Fornarina”, la “Deposizione” e la “Dama con liocorno” di Raffaello, la “Venere che benda Cupido” e l’“Amor Sacro e l’Amor Profano” di Tiziano, la “Danae” del Correggio, la “Sibilla” e l’“Apollo” di Dosso Dossi, la “Caccia di Diana” del Domenichino”, oltre agli autoritratti dello stesso G. L. Bernini, solo per citare i più famosi. A questi si aggiungono alcuni splendidi mosaici di epoca romana raffiguranti figure mitologiche, scene di pesca e di lotta tra gladiatori.
Al termine della visita hanno avuto luogo i saluti e i ringraziamenti dei partecipanti, ancora frastornati da tanta bellezza e affetti dalla sindrome di Stendhal. La visione delle tante opere meravigliose, racchiuse in un contenitore altrettanto prezioso, hanno generato uno stato di grazia durato lungamente, aiutato in questo anche dalle fotografie che ogni partecipante ha potuto scattare e conservare come stimolante ricordo, cosa che fino a non molto tempo fa non era possibile.