VISITA ALLA BIBLIOTECA CENTRALE DI ROMA
di Roberto Alessandrini
La Biblioteca dipende dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e fu istituita a Roma nel 1876 presso il Collegio Romano, che già ospitava la Bibliotheca Maior dei Gesuiti, alla cui dotazione si aggiunsero i fondi manoscritti e a stampa provenienti dalle biblioteche degli ordini religiosi soppressi dopo la costituzione del Regno d’Italia. A seguito dello spazio insufficiente, nel 1975 essa fu trasferita nella nuova sede presso i Castra Praetoria e l’Università della Sapienza. Vi sono conservati 7.000.000 di volumi, 8.000 manoscritti, 2.000 incunaboli, 25.000 cinquecentine, 20.000 carte geografiche, 50.000 testate di periodici e un consistente patrimonio audiovisivo e multimediale. Insieme alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per legge, ha il compito di raccogliere e conservare tutte le pubblicazioni italiane. Il servizio di consultazione è gratuito e parte del materiale può anche essere concesso in prestito o fotocopiato.
Come da aspettative, questa visita è stata molto interessante. Grazie alla nostra Socia Patrizia Calabresi, che vi ha lavorato a lungo come Responsabile della Sala Bibliografia e Ufficio Informazioni Bibliografiche, abbiamo effettuato una lunga ricognizione dei vari settori in cui la Biblioteca è organizzata. Abbiamo iniziato con la visita di “Spazi900”, il settore dedicato agli importanti scrittori italiani del secolo scorso, contenente fotografie e scritti di Gabriele D’Annunzio, di Pirandello e tanti altri, tra cui Grazia Deledda ed Elsa Morante, di cui erano conservati anche alcuni mobili ad esse appartenuti. Abbiamo proseguito il percorso con la visita dell’Emeroteca, avente esposte in vetrina delle vecchie copie de “La Domenica del Corriere”, impreziosite dalle bellissime copertine del famoso disegnatore Achille Beltrame. Dall’esterno abbiamo osservato le sale di lettura e quelle specializzate di Medicina, di Storia, di Letteratura, di Scienze Giuridiche e Sociali, mentre siamo entrati, e ci siamo soffermati, nella Sala Bibliografia Generale e Biblioteconomia, dove Patrizia ci ha fornito interessanti spiegazioni sul lavoro da lei svolto, nella Sala dei Manoscritti e Libri Antichi, dove il responsabile ci ha presentato le bellissime copie dipinte e manoscritte di una genealogia estense, di un codice religioso e di un libro olandese sui fiori, nella Sala delle Collezioni Speciali, dove abbiamo visto copie di un’enorme pianta settecentesca della città di Roma, appesa a una parete, e di alcuni mappamondi, sia terrestri che celesti, di epoca cinquecentesca e seicentesca, ed infine in quella dell’acquisita documentazione dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO), dove la responsabile ci ha spiegato la storia del fondo e ci ha mostrato due bellissimi manoscritti tibetani, non rilegati come d’uso e di epoca difficilmente attribuibile.
Lungo il percorso, in bella mostra e in ordine cronologico a rappresentarne l’evoluzione, sono presenti numerose macchine da incisione e da stampa, dei caratteri in piombo e in legno, tra cui anche alcuni in braille per i non-vedenti, nonché l’esteso vecchio catalogo di ricerca a schede. A contestualizzare il luogo della storia antica su cui sorge la Biblioteca, sono appesi alle pareti di vari ambienti numerosi mosaici in tessere bianche e nere appartenuti alle Terme del sottostante accampamento romano dei Pretoriani.
Un sentito ringraziamento va a Patrizia ed anche alla dirigenza dell’Istituto: siamo stati impressionati dalla modernità, efficienza, ordine e pulizia, sia dell’insieme che di ogni ambiente, nonché dalla professionalità e passione dei responsabili dei vari settori che Patrizia ci ha permesso di incontrare. Si tratta di una vera eccellenza nel settore, che ha sorpreso non pochi dei nostri visitatori.